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# Articolo 12

## Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Siamo in presenza di un diritto particolarmente complesso, difficile ed esigente per una molteplicità di ragioni. Innanzitutto perché, coinvolgendo onore e reputazione, tocca la sfera più intima e sensibile della dignità umana, interpella cioè il valore dei valori dell’intera costruzione giuridica dei diritti umani. Allo stesso tempo, la sua protezione e la stessa interpretazione dei suoi contenuti deve confrontarsi con l’evoluzione di una tecnologia sempre più pervasiva e invasiva e con le esigenze, sempre più impellenti, della sicurezza sociale e collettiva, interna e internazionale.

La protezione del diritto alla privacy comporta che ci siano appropriate normative dei singoli stati, le quali dispongano per l’istituzione di appositi organi di garanzia e la messa in opera di adeguate procedure.

La Costituzione italiana è molto dettagliata al riguardo, ma in presenza di una fenomenologia in costante evoluzione e complessificazione, anch’essa ha bisogno di essere aggiornata e integrata, in via continuativa, da una più specifica normativa, nonché dalla giurisprudenza e dagli ‘interventi’ (sanzionatori) ad opera dell’Autorità (indipendente) di garanzia dei dati personali (Garante della privacy).

Article 12No one shall be subjected to arbitrary interference with his privacy, family, home or correspondence, nor to attacks upon his honour and reputation. Everyone has the right to the protection of the law against such interference or attacks.

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Privacy e riconoscimento facciale; con iBorderCTRL si comincia ovviamente dai migranti e non finirà bene: «La macchina della verità alle frontiere dell'Europa è stata un assegno in bianco»

@privacypride

I documenti su #iBorderCTRL dimostrano la Commissione europea era a conoscenza dei rischi di sperimentare un algoritmo per identificare le bugie analizzando i volti. Ma ha finanziato lo stesso il progetto


«Mentre assegnano 4,5 milioni di euro del programma di ricerca Horizon 2020 a iBorderCTRL, una sorta di macchina della verità da usare alle frontiere, gli esperti della Commissione europea sanno già che questa tecnologia di analisi dei micro-movimenti del volto e di identificazione delle bugie, una sorta di Lie to me, la serie tv con Tim Roth, in versione algoritmo, potrà porre dei grossi problemi. Tanto che nello stesso documento con cui finanziano il progetto, datato 18 gennaio 2016, scrivono che “la proposta si affida pesantemente a un sistema automatico di rilevazione delle bugie, che pone una serie di rischi che non sono adeguatamente affrontati”.»

L'articolo di Luca #Zorloni prosegue qui su Wired Italia

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submitted 1 year ago* (last edited 1 year ago) by poliverso@feddit.it to c/privacypride@feddit.it

”Il testo risultante da questi negoziati viola la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, a causa delle insufficienti garanzie di rispetto della vita privata e familiare in relazione alla raccolta massiva di dati personali, e il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)”, ha scritto Latombe, membro del partito alleato del Presidente Emmanuel Macron, , nella sua dichiarazione.Latombe ha presentato due ricorsi, ha dichiarato a POLITICO: uno per sospendere immediatamente l’accordo e un altro sul contenuto del testo.Oltre alle preoccupazioni per la sorveglianza di massa degli Stati Uniti, il Data Privacy Framework è stato notificato ai Paesi dell’UE solo in inglese e non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il che potrebbe non rispettare le regole procedurali, ha sostenuto Latombe. Latombe ha informato il governo francese e l’autorità per la protezione dei dati CNIL della sua contestazione.

(segnalato nella newsletter di Guido Scorza)

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I diritti LGBTQ+ sono stati SEMPRE legati alla privacy, mentre la violazione della privacy è stata spesso utilizzata per opprimere le persone LGBTQ+ criminalizzandole in base ai propri comportamenti

@privacypride

Una delle osservazioni che ci è stata fatta già ai tempi del primo Privacy Pride del 13 novembre 2021 è la natura del nome "Pride".

Questo nome infatti non vuole soltanto richiamare il principio su cui si basa quest'iniziativa, ossia l'orgogliosa rivendicazione della privacy, un diritto umano che per sua natura è rivendicabile con tanta più difficoltà proprio da parte di quelle persone che ne hanno più bisogno; ma il nome è anche un tributo alle battaglie della comunità LGBTQ+ che hanno compreso che la scelta coraggiosa di occupare gli spazi pubblici per rivendicare la propria esistenza nella società era un passaggio fondamentale per iniziare a dare agibilità pubblica alla rivendicazione dei propri diritti.

Ma il nome Privacy Pride ci ricorda anche che i diritti LGBTQ+ sono sempre stati legati alla privacy e che proprio la violazione della privacy è stata spesso utilizzata per opprimere le persone LGBTQ+ criminalizzandole in base ai propri comportamenti.

Due anni fa FPF e LGBT Tech hanno passato in rassegna tre delle più significative violazioni della privacy che abbiano avuto impatto sulla comunità LGBTQ+ nella storia moderna degli Stati Uniti:

  1. Leggi anti-sodomia e privacy sessuale
  2. Il "Lavender scare" iniziato negli anni ’50 e l'impatto sulla tutela dell'occupazione
  3. L'epidemia di HIV/AIDS e l'importanza della protezione dei dati personali.

Questi esempi, insieme a molti altri, verranno analizzati nel libro bianco di FPF e LGBT Tech "New Decade, New Priorities: A summary of twelve European Data Protection Authorities’ strategic and operational plans for 2020 and beyond".

Le lezioni apprese dal passato sulla #privacy e sulla storia #LGBTQ+ possono e dovrebbero continuare a plasmare le conversazioni di oggi. Ad esempio, durante l’era del COVID, possiamo applicare le lezioni apprese dall’epidemia di HIV/AIDS per esaminare le questioni relative alle divulgazioni mediche richieste per il COVID-19. Mentre contempliamo questioni che vanno dall’implementazione del tracciamento digitale dei contatti alle divulgazioni mediche obbligatorie per le persone che sono risultate positive al test per COVID-19, dobbiamo comprendere che la raccolta di dati medici, almeno per la comunità LGBTQ+, è una questione profondamente radicata nella storia, intrisa di stigma e contrassegnata dalla mancanza di protezione legale.

Oggi, i dispositivi e i servizi connessi consentono ai membri della comunità LGBTQ+ di partecipare in modo più completo alla vita online. I dati riguardanti l'orientamento sessuale, l'identità di genere o i dettagli sulla sua vita sessuale di un individuo possono essere importanti per la fornitura di servizi sociali e sanitari, la sanità pubblica e la ricerca medica. Tuttavia, i dati relativi all’identità di genere, all’orientamento sessuale e alla vita sessuale di un individuo possono essere incredibilmente delicati e critici e la raccolta, l’uso e la condivisione di questi dati possono sollevare rischi e sfide unici per la privacy. Il dibattito sulla privacy dei dati LGBTQ+ devono tenere conto dei danni del passato.

Qui il post completo

Vedi anche:

  1. Gender Identity, Personal Data and Social Networks: An analysis of the categorization of sensitive data from a queer critique
  2. Data collection in relation to LGBTI People
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La decisione di Apple di eliminare il suo strumento di scansione fotografica CSAM suscita nuove polemiche (e nuove riflessioni sul pessimo chatcontrol)

@privacypride

Il gruppo per la sicurezza dei bambini Heat Initiative prevede di lanciare una campagna per sollecitare Apple sulla scansione di materiale pedopornografico e sulla segnalazione degli utenti. Giovedì la società ha rilasciato una risposta molto dettagliata

Apple ha risposto alla Heat Initiative, delineando le ragioni per cui ha abbandonato lo sviluppo della funzionalità di scansione CSAM di iCloud e si è invece concentrata su una serie di strumenti e risorse sul dispositivo per gli utenti, noti collettivamente come funzionalità di sicurezza della comunicazione. La risposta dell'azienda alla Heat Initiative, che Apple ha condiviso con WIRED questa mattina, offre uno sguardo raro non solo alla sua logica per concentrarsi sulla sicurezza delle comunicazioni, ma alle sue visioni più ampie sulla creazione di meccanismi per eludere le protezioni della privacy degli utenti, come la crittografia, per monitorare dati. Questa posizione è rilevante per il dibattito sulla crittografia più in generale, soprattutto perché paesi come il Regno Unito valutano l’approvazione di leggi che imporrebbero alle aziende tecnologiche di essere in grado di accedere ai dati degli utenti per conformarsi alle richieste delle forze dell’ordine.

"Il materiale pedopornografico è ripugnante e ci impegniamo a spezzare la catena di coercizione e influenza che rende i bambini suscettibili ad esso",

ha scritto Erik Neuenschwander, direttore della privacy degli utenti e della sicurezza dei bambini di Apple, nella risposta dell'azienda a Heat Initiative. Ha aggiunto, tuttavia, che dopo aver collaborato con una serie di ricercatori sulla privacy e sulla sicurezza, gruppi per i diritti digitali e sostenitori della sicurezza dei bambini, la società ha concluso che non poteva procedere con lo sviluppo di un meccanismo di scansione CSAM, nemmeno uno costruito appositamente per preservare la #privacy. .

L'articolo completo è su Wired

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Il prossimo Privacy Pride si terrà il 23 settembre 2023. Ecco perché...

@privacypride

🏖 Molti di voi sono ancora in vacanza, ma come ben sapete, i portabandiera della sorveglianza sono sempre al lavoro e quindi crediamo che sia opportuno lanciare un nuovo #PrivacyPride per il 23 settembre!

🇪🇺 Come alcuni di voi già sapranno, i governi degli Stati membri dell'UE stanno pianificando di adottare la loro posizione ufficiale, denominata "approccio generale", sul regolamento sugli abusi sessuali su minori (per gli amici ChatControl 😅) alla riunione dei ministri della giustizia e degli affari interni del 28 settembre 2023.

💪🏼 È opportuno mobilitarsi velocemente, al fine di alzare l'attenzione dell'opinione pubblica, finora molto insensibile, su questo epocale cambiamento dello stato di diritto e della inviolabilità della corrispondenza.

🚸 Uno dei cavalli di battaglia dei nemici della privacy è la tutela dei bambini, proprio quei bambini che gli stati abbandonano Nelle mani delle grandi piattaforme centralizzate ormai universalmente adottate nelle scuole.
Ma si sa, c'è privacy dei bambini e privacy dei bambini... 😁

🏙 L'obiettivo sarà perciò organizzare tanti presidi nelle città italiane e, se possibile, anche in alcune città d'Europa.

❤ Il tema del Privacy Pride sarà questo: "i bambini e la privacy: ignorati quando bisogna tutelare la loro privacy, ma sfruttati quando si tratta di diminuire quella di tutti i cittadini".

🕒 Appena saremo in grado di farlo, metteremo a disposizione tutti gli strumenti necessari per l'organizzazione!

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Questa volta si parlerà di... minori

Privacy Pride

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